Icona Sante Quaranta Vergini lucida con serigrafia fatta a mano.
Festa del 1° settembre
Serigrafia fatta a mano “Sante Quaranta Vergini”, di alta qualità. Lo sfondo dorato lucido crea un riflesso lussuoso, mettendo in risalto i dettagli dell’iconografia bizantina. Ogni esemplare presenta una precisione cromatica superiore e una perfetta uniformità grazie alla tradizionale tecnica della serigrafia.
Caratteristiche del prodotto
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Tecnica: Serigrafia fatta a mano
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Sfondo: Finitura dorata lucida
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Soggetto: Sante Quaranta Vergini
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Dimensioni: 16 × 20 cm o 20 × 25 cm
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Cornice: Legno massello dorato
Ideale per spazi di culto domestici, cappelle o come regalo religioso speciale, questa serigrafia combina tradizione, arte e splendore senza tempo.
Queste sante donne vissero al tempo del re Licinio ad Adrianopoli, in Tracia. Il sovrano della regione, Bavdus (circa 305 d.C.), le arrestò in quanto cristiane e le invitò ad adorare gli idoli. Kelsina, una di loro e la prima della città, dopo la coraggiosa confessione della sua fede, li riunì tutti nella sua casa insieme al loro maestro, il diacono Sant’Amun, per essere rafforzati per il martirio.
Amon prese il foglio con i loro nomi e li lesse ad alta voce uno per uno. Poi disse: “Combattete per Cristo con il martirio, perché così anche Cristo il Legato siederà alla porta del regno dei cieli e vi chiamerà uno per uno per nome, per darvi la corona della vita eterna”.
Quando il sovrano li interrogò di nuovo, tutti confessarono fermamente la loro fede. Con la loro preghiera schiacciarono gli idoli e il sacerdote degli idoli fu sollevato in aria, finché, tormentato da angeli di fuoco, cadde morto sulla terra.
Poi il bastone ordinò che Sant’Amon fosse impiccato, che gli venissero raschiate le costole, che le sue ferite venissero bruciate con candele accese e che gli venisse messo in testa un elmo di bronzo.
Poiché il Santo fu preservato illeso dai martiri, fu condotto con le sue discepole da Beroea (l’odierna Stara Zagora in Bulgaria) a Eraclea, dal re Licinio. Lungo la strada, il Signore apparve e li incoraggiò. Giunti in città, si recarono nel luogo dove erano state deposte le preziose reliquie della Santa martire Gliceria.
Mentre passavano la notte lì a pregare, il Santo apparve loro dicendo: “Benvenuti, santi servi di Dio! Ho atteso a lungo la vostra gloriosa compagnia in Cristo, affinché tutti noi possiamo danzare incoronati insieme ai santi angeli nel regno di Cristo, che abbiamo confessato con il nostro sangue”.
A Eraclea li gettarono in pasto alle bestie. Le sante donne con il loro maestro pregavano in piedi con le mani alzate e le bestie furono prese dal sonno e non le toccarono. Mentre i soldati accendevano un fuoco per gettarle, profetizzarono all’empio Licinio la vittoria di Costantino il Grande, la vittoria del cristianesimo e l’abolizione dell’idolatria.
Poi furono sigillati con il segno della croce e dieci di loro saltarono esultanti tra le fiamme, lodando Dio, che aveva appiccato il fuoco. Quindi furono finiti in pace sul rogo e otto furono decapitati con il loro maestro Amon. Degli altri, i boia ne massacrarono alcuni e misero ferri roventi in bocca ad altri.
I loro nomi sono sopravvissuti nell “antico Martyrion (Bibliotheca Hagiographica Graeca 2280-2281) e sono: Laurentia diacono, Kelsina, Theoktisti (la Teocleia), Dorotea, Eutichia, Tecla, Aristaineti, Filadelfi, Maria, Veronica, Eulalia (l” Eutichia), Labrotati, Eufemia, Teodora, Teodoto, Teodosia, Tethesia, Aquilina, Theodoulis, Applodora, Lampadia, Procopia, Procopia, Pavla, Giuliana, Giuliana, Abliani, Persis, Polinice, Mavra, Gregoria, Signora (Kyriane), Vassa, Kallini, Barbara, Kiriaki, Agathonice, Agathonice, Iusta, Irene, Matrona (Agathonice), Timothea, Tatiana, Anna (Anthousa).
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