Icona di San Costantino lucidata con serigrafia fatta a mano su fondo oro lucido in varie dimensioni.
Celebrazione 21 maggio
Sia Tarso, in Cilicia, che Drepano, in Bitinia, sono citate come luogo di nascita di Costantino il Grande. Tuttavia, l’opinione prevalente è che Costantino il Grande sia nato a Naiso nell’Alta Moesia (l’odierna Nis in Serbia). L’anno esatto della sua nascita non è noto, ma si ritiene che sia nato tra il 272 e il 288 d.C..
Nel 305 d.C. Costantino si trovava alla corte dell’imperatore Diocleziano a Nicomedia con la carica di chiliarca. Nello stesso anno i due Augusti, Diocleziano e Massimiano, si dimettono dalle loro cariche e si ritirano. Alla carica suprema di Augusto vengono promossi Costanzo Cloro in Occidente e Galerio in Oriente.
Costanzo Cloro morì il 25 luglio 306 d.C. e l’esercito proclamò Augusto Costantino il Grande, cosa che però Galerio non accettò.
Dopo una serie di vari eventi storici, Costantino il Grande si scontra con Massenzio, figlio di Massimiano, il quale era strategicamente avvantaggiato, poiché disponeva di un esercito quattro volte più grande e l’esercito di Costantino era già stremato.
Dal canto suo, Costantino il Grande aveva ogni ragione di sentirsi preoccupato. Non aveva altra scelta se non invocare la potenza di Dio. Voleva pregare, chiedere aiuto, ma come racconta lo storico Eusebio, non sapeva a quale Dio rivolgersi. Allora richiamò alla mente tutti coloro con cui aveva co-governato l’impero.
Tutti loro, eccetto suo padre, credevano in molti dei e tutti ebbero una fine tragica. Cominciò, quindi, a pregare Dio, alzando la mano destra e supplicandoLo di rivelarsi a lui.
Mentre pregava, apparve nel cielo un segno divino senza precedenti. Verso le ore meridiane del sole, cioè al crepuscolo, vide nel cielo il trofeo della Croce, che recava la scritta “τούτῳ νίκα”. E mentre cercava di comprendere il significato di questo spettacolo misterioso, lo colse la notte.
Allora il Signore gli apparve in sogno insieme al simbolo della Croce e lo esortò a costruirne una riproduzione e a usarla come amuleto in guerra.
Portando il vessillo cristiano come sua bandiera, inizia a marciare verso Roma, annientando ogni resistenza.
L’ultimo periodo della vita di Costantino il Grande è quello che lo consacra nella coscienza ecclesiastica e lo conduce all’apice del suo percorso spirituale.
Il Santo, nell’aprile del 337 d.C., avverte i primi gravi sintomi di una malattia. Le fonti ci informano che Costantino il Grande si rifugiò in bagni termali. Vedendo però la sua salute peggiorare, ritenne opportuno recarsi nella città di Elenopoli in Bitinia, che era stata così chiamata in onore della sua Santa madre.
Lì rimase nel tempio dei Martiri, dove innalzava preghiere supplichevoli e litanie a Dio.
Costantino il Grande si rende conto che la sua vita terrena si avvicina alla fine. Il ricordo della morte si coltiva nel suo cuore e lo conduce al mistero della penitenza e del battesimo.
Dopo di ciò si rifugia in un sobborgo di Nicomedia, convoca i Vescovi e rivolge loro il seguente discorso: «Questo era il tempo che da tempo attendevo e desideravo e speravo di essere reso degno della salvezza in Dio.
È giunto il momento di godere anche noi del sigillo che rende immortali, è giunto il momento di partecipare al sigillo salvifico, cosa che un tempo desideravo fare nelle acque del Giordano, nelle quali, come si tramanda, il nostro Salvatore ricevette il battesimo a nostro esempio.
Ma Dio, che conosce gli interessi, ci chiede di ricevere il battesimo qui. Quindi non ci siano dubbi. Infatti, anche se è ancora volontà del Signore della vita e della morte che la nostra vita terrena continui e che io coesista con il popolo di Dio, io inquadrerò la mia vita secondo tutte quelle regole che si addicono a Dio”.
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