Icona della Vergine Maria Prodromitissa.
Icona d “argento copia esatta dell” arte bizantina. La parte metallica è placcata in argento puro 999 e oro 24K, mentre la parte dipinta è realizzata su tela, secondo il metodo tradizionale dell’agiografia bizantina.
Dimensioni: 43,00 x 32,50 cm
L “icona della Vergine Prodromitissa (XIX secolo), che si trova nel skete rumeno di Timios Prodromos sul Monte Athos, è considerata un” icona originale. Il skete ha la forma di un complesso comunale e appartiene al monastero dominante di Megisti Lavra (963). Fino al 1854, al suo posto si trovava la cella di Timios Prodromos con monaci provenienti da Chios.
Il Santo Monastero di Megisti Lavra permise la conversione della cella in una skete. Il Patriarca Sigilios nel 1856, sotto il Patriarca Kirill VII (1855-1860), confermò la fondazione e l’organizzazione congregazionale del skete.
Le informazioni sull’icona sono fornite dallo ieromonaco Gerasimos Smyrnakis (1862-1935)510. Secondo lo ieromonaco, l’agiografo Giorgakis Nikolaou iniziò a dipingere, su richiesta di Hieromonk Niphon (1857-1870), la Vergine Maria Bambina. Tuttavia, mentre stava per completare l’icona, vide che i volti di Cristo e della Vergine Maria erano distorti.
L “agiografo riteneva di non essere degno di terminare l” icona. Così lasciò il lavoro con l “intenzione di continuarlo il giorno dopo. Al mattino fece tre penitenze e pregò per poter terminare il suo lavoro. Quando andò a riprendere il lavoro, rimase sorpreso nel vedere i volti dell” immagine perfettamente dipinti e splendenti.
Per l “icona della Vergine Maria fatta a mano, il Sen. Smyrnakis (p. 423) cita: Nel Kyriakos si trova appesa alla colonna sinistra a est, l” icona della Theotokos dipinta a mano solo nella forma, il pittore Giorgakis Nikolaou, pittore di Iasios, che faticò molto e non riuscì a dipingerla secondo la volontà dell “allora Dikaios della skete Niphonos Hieromonachos (1857-1870) e secondo la propria arte, la realizzò non montata in un” erma, in modo che il suddetto Dikaios potesse riceverla. Ma un certo giorno, come ci ha raccontato lo ieromonaco Niphon, che visse fino al dicembre del 1899, quando il pittore la prese dal carro per completarla, trovò la forma brillante e bella, come viene mostrata oggi.
Poi rilasciò un certificato a Jassia il 29 giugno 1863, dichiarando: “Dopo aver passato la prima e la seconda mano sulle vesti e sul volto dell “icona nella mia arte, con la terza mano ho visto la Vergine e Cristo nella forma del sole. Ero arrabbiato e pensavo che, avendo imparato la mia arte, non avrei potuto perfezionare l” immagine. E poiché era sera, mi accontentai di ripetere il lavoro il giorno dopo con zelo. Al mattino feci tre penitenze per iniziare il lavoro, e meraviglia delle meraviglie! Lodo i volti della Madre di Dio e di Cristo, estremamente perfezionati.
Da allora, l “icona della Vergine Maria rappresentata nel tipo di Odigitria è chiamata Panagia Prodromitissa l” achiropoitos ed è appesa alla colonna orientale sinistra di Kyriakos di fronte al Tempio.
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